La velocità di tutti gli sport è spinta sempre più verso accelerazioni di gioco che fino a pochi anni fa non si pensa nemmeno si potesse arrivare, l’evoluzione dell’attrezzo e il miglioramento delle capacità fisiche degli atleti hanno spinto il tennis a ritmi vertiginosi obbligando così i tecnici ad elaborare programmi di allenamento sempre più specifici non solo per i vari distretti muscolari maggiormente interessati, non solo con esercitazioni tecniche sul campo ma anche con il miglioramento di alcune capacità motorie e percettive che fino ad ora erano state lasciate da parte.
Kit Allenamento Visivo
Una su tutte la CAPACITA’ VISIVA.
In collaborazione con la SVTA, Preparazione Fisica Education vuole presentarvi l’innovativo allenamento VISO-NEURO-MOTORIO , non spaventatevi non è nulla di complicato… ma seguitelo con attenzione che ci saranno notevoli attività di formazione e crescita professionale per tutti i tecnici che ci seguono, a partire dall’appuntamento del 20-21 settembre dove l’intero staff SVTA presenterà in anteprima la nuova metodologia.
Nel predisporre il metodo e il kit di allenamento visivo per la scuola tennis abbiamo valorizzato 3 aspetti principali :
– il primo è di renderlo adeguato alla preparazione fisiologica,neurologica o cognitiva dei bambini seguendo delle tabelle riportanti gli schemi evolutivi differenziati per età.
Questi schemi evolutivi prendono in considerazione gli schemi motori generali, gli schemi visuo-motori nella coordinazione occhio/ mano,occhio/piede,occhio/corpo e lo sviluppo cognitivo.
– In secondo luogo ci occuperemo della gestione delle aree visive allenabili e l’interazione delle stesse,prima con il gesto motorio, ed in un secondo tempo con il gesto tecnico.
-il terzo aspetto tratterà l’integrazione sensoriale tra vista udito con l’utilizzo in sinergia di stimoli visivi e uditivi per la gestione del movimento e per allenare la conquista dello spazio/ tempo.
Kit SVTA – allenamento visivo
Tratteremo questi 3 aspetti partendo da un rapido e preciso inquadramento teorico di ogni test, passando all’aspetto pratico, giungendo alla visione di alcuni esempi, utili per imparare a gestire al meglio gli strumenti di lavoro. In questo modo ,tutti i tecnici accreditati dal corso ,oltre a ricevere un attestato di abilitazione alla pratica del metodo SVAT, Avranno ben chiare le potenzialità del lavoro da svolgere e otterranno i vantaggi professionali dall’inserimento del kit nel training quotidiano della scuola tennis.
Sfruttando al meglio le caratteristiche del metodo svta e della strumentazione ad esso collegata , differenzieranno ed integreranno il lavoro, in modo da rendere più veloce la crescita degli alunni della propria scuola tennis .
Lo scopo del kit di allenamento visivo :
1)Rendere il sistema visivo efficiente in ogni posizione di sguardo.
2)Rendere i movimenti degli occhi fluidi.
3)Rendere i movimenti degli occhi veloci.
4)Rendere i movimenti degli occhi precisi. Migliorando i nostri atleti nella ricerca e nella fissazione di un target.(che in campo sarà la pallina da tennis).
5) presa di coscienza,stimolazione e potenziamento della visione periferica.
6) flessibilità della accomodazione e delle vergenze.
7) uso del metronomo per la gestione del sistema visivo in relazione al tempo. Il training potrà essere implementato dall’uso di strumenti propriocettivi, vestibolari e di movimento. L’assegnazione di uno o più compiti motori esterni creeranno una situazione di stress controllato allo scopo di migliorare l’attenzione dell’atleta.
8) Allenamento visuo- motorio: Il kit visuo-motorio ha lo scopo di integrare la visione con il movimento secondo questo concetto: Gli occhi vedono,il cervello codifica, il corpo si muove.
Il primo segnale che arriva al cervello per colpire una pallina arriva dai movimenti oculari per fissarla, una volta partiti non si possono fermare ma accorgendosi di essere in errore,il cervello può generare la richiesta al sistema visivo, di effettuare un movimento correttivo con conseguente perdita di tempo per organizzare il gesto motorio e tecnico.
Un sistema visivo, preciso,veloce e resistente organizzato ad inviare e ricevere dati dal cervello e totalmente integrato nella gestualità. Apporterà una riduzione dei tempi di reazione con conseguente miglioramento della gestione: -del timing -del gesto motorio -della tecnica -della tattica -dell’attenzione.
Per chi conosce l’inglese SCARICA gratuitamente un interessantissimo studio:
– From Vision to Decision: The Role of Visual Attention in Elite Sports Performance . pdf
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Paul Dorochenko, preparatore atletico e fisioterapista di fama mondiale, vanta nel suo palmares collaborazioni con ex n°1 al mondo quali Roger Federer, Carlos Moya, Sergi Brugeira e Dinara Safina oltre che un gran numero di giocatori e giocatrici tra i primi 50 al mondo; attualmente collabora con il giocatore canadese Vasek Pospisil.
Presenterà in anteprima italiana il protocollo di riprogrammazione neuromotoria chiamato Activa Concets, destinato insieme all’allenamento visivo, a modificare radicalmente il concetto di training. Paul spiegherà poi come testare le lateralità degli atleti e come gestire l’allenamento specifico adattandolo alle caratteristiche individuali.
Andrea Cagno, optometrista posturale e comportamentale, ideatore del rivoluzionario sistema di allenamento delle abilità visuo cognitive e motorie denominato SVTA; fondatore insieme all’istruttore nazionale Massimiliano Rinaudo della SVTA Training Academy nella quale il metodo è stato sviluppato fino a renderlo applicabile in tutti i settori della scuola Tennis fino al professionista evoluto come dimostra l’attuale integrazione del metodo SVTA con l’allenamento di Vasek Pospisil, giocatore canadese fresco finalista all’ATP 500 di Washington oltre che vincitore del torneo di doppio di Wimbledon.
Corrado Barazzutti, il Ns. Capitano di Coppa Davis e di FED Cup, analizzerà quelli che ad oggi sono i requisiti fondamentali che un giovane atleta deve possedere per potersi affacciare al difficile mondo del professionismo.
Francesco Giorgino, famoso anchorman del TG1, docente universitario in scienze della comunicazione, tratterà la difficile materia della corretta comunicazione degli addetti ai lavori del mondo tennistico al fine di creare un network fluido e vincente che unisca famiglie, circoli, professionisti e sponsor. Un giusto approccio comunicativo può risultare determinante per la riuscita di un progetto professionale.
Moderatore della due giorni il maestro Nazionale e responsabile dell’organizzazione Paolo Pulerà.
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Il gomito è una complessa articolazione che connette la spalla alla mano. Essa è formata da due articolazioni: omero – ulnare ed omero – radiale.
Ad avvolgere questo complesso, è presente una capsula articolare rinforzata da vari legamenti e, a distanza, dalla membrana interossea dell’avambraccio.
La stabilizzazione dell’articolazione avviene a livello esterno dal LEGAMENTO COLLATERALE ESTERNO a dal MUSCOLO ANCONEO; internamente troviamo invece il LEGAMENTO COLLATERALE INTERNO robusto e formato a sua volta da tre fasci (trasverso, posteriore-obliquo ed anteriore-obliquo). I fasci anteriori/obliqui sono quelli che maggiormente contribuiscono alla stabilizzazione dell’articolazione in quanto rimangono in tensione durante tutto l’arco di movimento.
Le patologie del gomito sono classificabili in ACUTE (rare come la frattura del capitello radiale o la sublussazione del gomito) e CRONICHE.
Le tendinopatie croniche del gomito sono causate da SOVRACCARICO FUNZIONALE legato alla biomeccanica del gesto sportivo e tra queste, le forme principali riscontrate risultano l’epicondilite e l’epitrocleite.
La patologia al gomito nei tennisti, non è riscontrabile solo negli atleti di alto livello (che sono sottoposti ad alti carichi di allenamento e in cui il numero di ripetizioni del gesto tecnico risultano elevate) ma anche nei giocatori “della domenica” o di categorie minori. Saranno proprio questi ultimi atleti che spesso utilizzano il tempo dedicato all’allenamento svolgendo unicamente esercitazioni “sul campo”, riducendo e spesso azzerando le ore dedicate all’aspetto preventivo e di rinforzo muscolare.
L’epicondilite, conosciuta come “gomito del tennista” per l’elevata frequenza con cui si manifesta in questi atleti, è caratterizzata da infiammazione e degenerazione dei tendini dei muscoli epicondiloidei, a livello della loro origine omerale (il muscolo generalmente coinvolto è l’estensore radiale breve del carpo).
EPICONDILITE, cosa fare?
PREVENZIONE, sempre al primo posto: Dedicare del tempo agli aspetti preventivi risulta fondamentale. Basteranno piccoli accorgimenti per ridurre drasticamente le algie a livello dell’articolazione del gomito. Intervenire correggendo il gesto tecnico e soprattutto utilizzando per le sedute di allenamento, una racchetta adeguata.
CORREGGERE IL GESTO TECNICO: Un rovescio “ritardato” eseguito scorrettamente, col gomito che anticipa il braccio e sollecita eccessivamente gli estensori, provoca uno squilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti. Ad avvalorare questa teoria vi è il fatto che l’insorgenza di problematiche al gomito, risultano ridotte negli atleti che effettuano il rovescio a due mani. Anche un cattivo centraggio della palla sulla racchetta ed un rovescio proposto a gomito e polso estesi, saranno dannosi. Correggendo il gesto tecnico il sovraccarico sulle strutture articolari risulterà ridotto.
AMMORTIZZAMENTO SCORRETTO DELLA PALLA DA PARTE DELLA RACCHETTA: se le corde sono troppo tese, la struttura della racchetta è troppo rigida o il peso dell’attrezzo è troppo elevato, aumenteremo il rischio di contrarre patologie tendinee. Utilizzare un attrezzo adeguato alla conformazione corporea dell’atleta è fondamentale.
SQUILIBRIO TRA LA GRANDEZZA DEL MANICO E LE DIMENSIONI DELLA MANO: qualora il rapporto fosse scorretto, andremo a favorire l’insorgere di patologie al gomito. Dedichiamo del tempo a scegliere l’attrezzo adeguato.
2) BERE TANTO: l’idratazione prima, durante e dopo l’attività sportiva è fondamentale.
3) PRIMA DI INIZIARE L’ATTIVITA’ SPORTIVA, riscaldarsi!! Diamo la corretta importanza al riscaldamento, sempre.
4) CAMPO E.. PALESTRA: non pensare solo all’attività “sul campo” ma anche a quella di preparazione fisica: una muscolatura corretta sviluppata attraverso esercizi specifici (di rinforzo e in eccentrica) permetteranno di ottenere risultati migliori, di prevenire squilibri muscolari e di ridurre il dolore al gomito e al resto del corpo.
5) GHIACCIO e STRETCHING DOPO ALLENAMENTO: Sempre.. 10 minuti di ghiaccio ed esercizi di stretching per gli arti inferiori e superiori permetteranno un recupero migliore.
Lo stretching per la muscolatura del gomito dovrà agire essere effettuata 4 volte al giorno, mantenendo la posizione di allungamento per almeno 30 secondi e dovrà agire sia sui muscoli flessori (per l’epicondilite mediale) che sugli estensori (epicondilite laterale).
6) EVITARE LA PRESA DEGLI OGGETTI PESANTI IN POSIZIONE DI PRONAZIONE : andremo in questo modo a ridurre il sovraccarico. Meglio sollevare i carichi in posizione di supunazione, magari utilizzando entrambi gli arti superiori.
7) INTERVENTO TEMPESTIVO: mai sottovalutare i sintomi! Ai primi segnali di dolore a livello dell’ epicondilo deve immediatamente corrispondere una terapia, in modo da non trascurare l’evento e soprattutto da non trascinare dolori che poi potrebbero portare a stop dell’attività agonistica, portando anche all’intervento chirurgico.
Fisioterapista Giovanna Malchiodi
Nata l’ 11 Aprile 1986 a Milano.
Socio, CEO di Preparazione Fisica Education, responsabile della sezione ePhysio.
Fisioterapista presso la società Igor Gorgonzola Novara (Pallavolo serie A) e presso Novara Baseball (categoria IBL1).
Svolge attività di libera professione presso la società iPhysio di cui è titolare.
Laureata in Fisioterapia presso l’Università Amedeo Avogadro di Novara.
Laureanda in Scienze Motorie e Sport presso l’Università S. Raffaele di Milano.
Quando si sente parlare di Policoncorrenza si pensa immediatamente al lancio di palle mediche simulando il più possibile il gesto tecnico, o esasperando la velocità e i tempi di esecuzione.
Spinta degli arti inferiori, rotazione del busto e spinta degli arti superiori se non sono coordinati possono rendere fino al 50% rispetto al loro potenziale. Proprio per questo gli esercizi in policoncorrenza possono essere utili per i giovani atleti, e per gli agonisti di alto livello che voglio rendere efficienti al massimo i loro movimenti tecnici, possono essere utili per coordinare ed esprimere la massima forza di tutti i segmenti corporei.
Come vediamo dal video qui sotto, l’atleta partirà da una posizione di affondo posizionando la gamba di spinta con un angolo del ginocchio pari a 90°. Tramite la una rotazione del busto , l’atleta dovrà effettuare un lancio coordinandosi a pieno con la spinta degli arti inferiori.
In questo caso se l’atleta non esegue il movimento in modo coordinato, è facile farlo notare, in quanto la velocità di sollevamento del corpo dalla posizione di affondo alla posizione retta risulterà senza dubbio più lenta.
Per aumentare l’intensità è preferibile mettere l’atleta ad una distanza dal muro che permetta di poter eseguire in modo continuo la serie di ripetizioni senza dover aspettare il rimbalzo della palla a terra o ancora il lancio del campano nel caso venga fatto a coppie.
I kg delle palle zavorrate deve essere deciso dal tecnico in base alle capacità dell’atleta e dell’intensità dell’allenamento. Un palla Medica troppo leggerà non è abbastanza allenante quanto una troppo pesante potrebbe essere controproducente sopratutto con atleti di giovane età e di capacità motorie non ancora così fini da poter eseguire il gesto motorio in modo così coordinato da non compromettere un sovraccarico sopratutto alla zona dorso-lombare.
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Molto spesso vediamo nei programmi di preparazione fisica del tennis una notevole quantità di esercizi per velocizzare, sensibilizzare e dare maggio precisione agli appoggi degli arti inferiori, con lavori sul campo, tramite l’utilizzo delle linee e lavori sulla pista di atletica con la più comune “scaletta” . Riteniamo che questi siano ottime esercitazioni per il miglioramento delle qualità citate precedentemente, ma che allo stesso tempo possano essere completate con un lavoro di lancio palla per gli arti superiori che possa a questo punto far compiere all’atleta un ulteriore salto di qualità affinando gli appoggi nel lavoro di spostamento dei carichi durante la fase di spinta .
Come è possibile vedere nel video qui riportato l’atleta effettuerà i classici spostamenti che dovrà effettuare sul campo, cercando di dare maggior risalto alla qualità degli appoggi sia in fase di traslazione sia in fase di spinta durante il lancio della palla contro il muro. La scelta di far effettuare i lanci palla contro il muro è stata fatta per avere un ritorno di palla immediato che con un qualsiasi compagno è quasi impossibile avere.
E’ opportuno che si focalizzi con attenzione la distanza tra i due piedi durante le varie fasi di spinta. Un piede troppo vicino all’altro non permetterebbe di avere una opportuna base su cui spingere sia durante gli spostamenti ma ancor di più nella fase di lancio della palla medica.
I kilogrammi, i tempi di lavoro e di recupero saranno poi scelti dal tecnico in base alle capacità fisiche dell’atleta e dei modelli prestativi della categoria giocata.
Dopo un riscaldamento bene accurato, composto da :
gli atleti saranno pronti ad un lavoro di Circuit Training composto da 4 stazioni!
Le 4 esercitazioni comprendono:
– Balsi Pliometrici (ostacoli 30/40 cm)
– Plank Position
– Corsa frontale con Cambi di direzione
– Balzi a resistenza elastica con Mini-LoopBand
Perchè la scelta di eseguire questi esercizi?
L’avvicinarsi delle prime competizioni dell’anno ci impongono di richiedere ai nostri atleti lavori muscolari a medio- alta intensità, presidiando che non subiscano un sovraccarico da lavoro che non permetterebbe loro di eseguire allenamenti tecnici ad alta altissima intensità, sia dal punto di vista fisico che mentale.
Per questo l’utilizzo del circuit training nella fase iniziale della stagione agonistica, finita quella di preparazione, può essere di aiuto.
Un lavoro pliometrico favorirà l’atleta a trovare quegli stimoli neuromuscolari ad alta frequenza, gli stessi che poi gli verranno richiesti durante l’esercitazione di cambi di direzione.
Un lavoro isometrico in Plank Position per la prevenzione e il miglioramento della tenuta della zona Core (addome, lombare).
Cambi di direzione, con angoli sempre uguali, e balzi con cambio di direzione con resistenza elastica per esercizi
di spostamenti specifici per il tennis.
Durata e intensità?
La durata e l’intensità del circuito dipendono moltissimo dallo stato di forma degli atleti e in quale parte della stagione si propone questo circuito.
Per una facilità di esecuzione si potrebbe pensare di lavorare con delle tempistiche non fisse:
in moda da riuscire a coordinare in tempo i cambi di esercizio.
Sarà cura del Tecnico gestire al meglio la situazione.
Ecco il video: